[…] E Mantova, questa culla gloriosa di artisti, di letterati, di pensatori, sembra accogliere nel suo grembo solitario e silenzioso i voti e la speranza di chi crede nell’arte, di chi sogna, di chi spera, di chi pensa. In questo ambiente di serene ombre discrete, di pace raccolta e profonda, espone Sandro Zenatello. […] Non ve lo presento! Zenatello non è un Carneade, in Italia, e specie in terra veronese che lo vide nascere e lo seguì, con amorosa, materna cura, attraverso tutti gli stadi della sua progressiva, luminosa ascesa artistica.
Inutile quindi ogni mio tentativo di valorizzare Zenatello, qui. Oltre che portare i soliti vasi a Samo, penso che il giovane pittore di Caldiero-Monteforte sia uno di quelli che si valorizzan da sé, che si impongono, insomma, all’ammirazione più calda, per il suo ingegno fervido e per la sua grande anima di squisito artista […] La venuta di Zenatello è stata una ventata salutare e benefica di rinnovamento […] Il successo che Mantova gli ha decretato, affollando della sua high life la sala della mostra è stata la più evidente prova di riconoscenza che a lui si poteva dare […]
Francesco Carli
(dal “Corriere del Mattino” di Mantova, 1 dicembre 1922)